Ma questa cosa dei poveri che invidiano i ricchi e dovrebbero darsi da fare per emularli, quanto perversa è?
L’avidità di chi non concepisce l’idea che magari ha già più che abbastanza è la radice della gran parte dei mali del nostro mondo. Quest’avidità è di gran lunga peggiore dell’invidia di chi vorrebbe arrivare a vivere serenamente.
Eppure, non contenti, i predicatori neoliberisti fanno sentire in colpa i meno abbienti, i “perdenti”, e li indottrinano a diventare sempre più avidi e quindi mai sereni, mai soddisfatti, mai pacifici.
Come se gli avidi non fossero loro per primi eternamente invidiosi di chi ha più di loro.
Ma non vi fate ribrezzo, editorialisti-difensori del sistema?
Forse no, perché siete intellettualmente-spiritualmente ritardati, siete malati terminali, come la società che avete costruito.
Stefano Fait